LA BORSA NERA, LE POSSIBILITA DELL’IMPOSSIBILE.
“Cercando l’impossibile, l’uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo”

M. Bakunin

Fenomeno legato alla seconda guerra mondiale, tema di una mostra, macchina stenopeica e motore di una sfida. La borsa nera è prima di tutto l’oggetto che viene consegnato a ciascun artista invitato a partecipare alla collettiva “New Economy a Natale: la Borsa Nera”, organizzata alla fine del 2011, presso la galleria Arte e Pensieri di Roma. Chiedendo di concepire un’opera intorno a un preciso elemento, l’idea dei galleristi è quella di suscitare una riflessione aperta sulla crisi economica in atto. È con ironia che Laura Peres scavalca il pericolo in agguato di risultare letterale o semplicemente negativa di fronte a un tema così attuale: il suo primo passo è mutare il soggetto in strumento, trasformando la borsa che le viene affidata in mezzo fotografico. Un’ingegnosa macchina stenopeica (ribattezzata La Laura) nasce tramite l’aiuto dell’amico, scultore e fotografo, Francesco Capponi, supporter tecnico e poi compagno d’avventura nel progetto artistico della Peres. L’idea di lei è di immortalare in giro per l’Italia i monumenti e le opere d’arte raffigurati sulle monete; il consiglio di lui è la sfida di compiere questo viaggio con solo quelle monete in tasca. Tra biglietti del treno e dei musei, necessità di vitto e alloggio, una simile impresa con un budget di soli € 3.88 è impossibile… o quasi. Riflettendo sul limite economico, Peres trova l’anima del proprio lavoro nel suo superamento, decisa a mostrare che la volontà è l’unica ricchezza necessaria per realizzare un desiderio. Stilato il progetto e presentato ad amici, conoscenti e direttori di musei, nasce una rete spontanea di contatti che permettono di organizzare un itinerario che solcherà mezza Italia. Con solo la sua ‘borsa-stenopeica’ e € 3.88 di emergenza, in una settimana Peres si reca ad Andria per immortalare Castel Del Monte; torna a Roma per il Colosseo e la statua di Marco Aurelio; sale a Firenze per La nascita di Venere di Botticelli e il profilo di Dante; e poi ancora a Torino, per la Mole Antonelliana, per giungere infine a Venezia, alla ricerca di Boccioni e dell’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. Lo stile delle immagini, con il loro taglio ardito e i differenti tempi di esposizione, racconta l’istinto, la fatalità, l’attesa alla base di scatti, che compiuti ad occhi chiusi, cercano lo scontro diretto con il caso. Se l’idea alla base dell’opera è smentire l’impossibile, le fotografie che a man a mano vengono raccolte ne rappresentano la dimostrazione, il raggiungimento di piccole vittorie. Metafora della vita di ogni giorno, l’avventura di Laura Peres trasmette un messaggio straordinariamente positivo, rivelando con incantevole semplicità la relatività di tutto ciò che si è abituati rassegnatamente a concepire come ostacoli insormontabili, dai soldi fino a noi stessi.

Giulia Lopalco

TRE EURO E OTTANTOTTO
ovvero l’inestimabile giro d’Italia senza soldi

“C’era una volta…
- Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze”.
Carlo Collodi, Pinocchio

È da tempo che desidero associare l’incipit di Pinocchio al lavoro di Francesco Capponi, e il fatto che ciò capiti in occasione di una mostra di Laura Peres rende l’uomo ladro.
Già, perché il racconto di Collodi è metafora dell’Homo Faber, l’artigiano del destino, e, trasfigurando, il gatto e la volpe sono metafora delle difficoltà economiche.
In grado, con materiali poveri e tanta pazienza, di plasmare l’ambiente a propria misura e comodità percettiva, Capponi esplora una tecnica fotografica di natura squisitamente scultorea. Affascinato dalle potenzialità degli oggetti, egli li studia, li smembra e li ricompone. Trova in essi potenzialità espressive che esulano in modo assoluto e talvolta estraniante dai presupposti che li hanno messi al mondo.
Qualche tempo fa, Laura Peres doveva trasformare una piccola borsa di tela nera in un’opera d’arte, per una mostra sul tema della crisi. Casualmente, nello stesso periodo, Francesco Capponi era suo ospite. Consci che, per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte (Gibran), i due hanno dedicato un’intera veglia a trasformare la borsa in una pinhole – macchina fotografica a foro stenopeico – con un piccolo soffietto e obiettivi intercambiabili. Ciliegina sulla torta, la spilletta con il logo della Laica modificato in Laura.
Sembra sufficiente? Non lo è. Parte della poetica intrinseca negli oggetti fotografici creati da Francesco Capponi sta nella loro destinazione d’uso. La casetta per uccelli stenopeica fotografa volatili. Il cilindro stenopeico fotografa conigli bianchi. Le pedine stenopeiche fotografano se stesse durante una partita. E la borsa nera? Come si fotografa una crisi?
Rispettando il principio di coincidenza degli opposti di Schelling, secondo il quale nell’assoluto tutto si identifica (come le mucche, che al buio appaiono tutte uguali e fanno sorridere di un concetto che in sé non ha nulla di divertente) Capponi e la mitica Peres l’hanno presa con filosofia. Pur consci che, in realtà, le differenze tra tesi e antitesi, seppur armonizzate, convivono nella sintesi (Hegel – o Wikipedia?), i nostri eroi hanno deciso di fotografare i monumenti raffigurati sulle monete dell’euro italiano. Poi si sono posti il problema del budget con cui finanziare l’impresa e hanno trovato la risposta infilata ben stretta nella domanda. La somma delle monete diverse ammonta a tre euro e ottantotto centesimi, esattamente la cifra a disposizione di Laura Peres per girare l’Italia e compiere l’impresa.
Per due giovani artisti assuefatti all’ipotesi, tanto cara all’immaginario collettivo, di ‘dormire sotto i ponti’; abituati a temere la fine di un mese che non arriva mai, principalmente a causa dell’assenza di un onorario che ne determini l’inizio; determinati a esprimersi con il possibile, a costo di tentare l’impossibile, l’aspetto più gravoso è stato il capire come riderci su.
Con Francesco Capponi nel ruolo di Charlie, e l’una e trina Peres in quello delle Angels, siamo lieti di presentarvi: “LA BORSA NERA”; una produzione inesistente al servizio del genio creativo. Una rete di amici, simpatizzanti e cortesi sconosciuti pronti a scarrozzare, ospitare e talvolta nutrire l’ineffabile Peres. Una storia di scrocconi e mecenati, artisti e iconoclasti, operatori culturali pronti a tutto e arcigni detentori di cultura con l’apertura mentale di un cornetto vuoto. Integralista.
La dimostrazione di quanto il potere di un’idea, pur bislacca, e la collaborazione tra individui, seppur estranei, siano più proteici di una manovra al sangue.
Tre euro e ottantotto di inestimabile Peres.

Antonio Senatore